Quella di "Tolomei’’ è una definizione impropria della dinastia dei Lagidi, determinata dal fatto che tutti i suoi componenti insigniti di dignità regia ebbero sistematicamente il nome di Tolomeo. Si trattava di una stirpe di origine macedone chiamata a regnare sull'Egitto dal 332 al 30 a.C. Fu fondata da Tolomeo di Lago, asceso al trono col nome di Tolomeo I Soter, che, dopo la morte di Alessandro Magno, in qualità di satrapo, ebbe incarico di governare il paese a partire dal 323 a.C., e si estinse con la morte di Cleopatra VII e di suo figlio Cesarione. Raffinati e cosmopoliti per cultura e formazione, i Tolomei fecero soffiare sull'Egitto un vento di novità, ma infersero anche un colpo definitivo alle speranze di rinascita che l'antica civiltà egizia poteva ancora nutrire. Stabilita la capitale ad Alessandria, la città fondata dal conquistatore macedone, essi aprirono infatti l'Egitto alle culture e alle influenze straniere e principalmente a quella greca. Il declino della potenza dei Tolomei coincise poi inevitabilmente con l'espandersi della potenza di Roma, che da sempre guardava con estremo interesse all'Egitto, florido regno posto in posizione strategica a cavallo fra Africa e Asia. I primi contatti furono però di stampo puramente culturale, e l'inizio della conquista effettiva si svolse indubbiamente in maniera piuttosto velata. L’ultima e più celebre sovrana fu appunto Cleopatra VII che ebbe un lungo e travagliato rapporto prima con Giulio Cesare e, dopo la sua morte, con Marco Antonio, con il quale osò sfidare la potenza di Roma. Le loro speranze, però, si infransero il 2 settembre del 31 a.C. ad Azio dove furono duramente sconfitti da Ottaviano, il futuro Augusto. Quando, nel 30 a.C., Ottaviano assunse il governatorato dell'Egitto, il destino di questo Paese parve segnato: divenuto provincia romana a tutti gli effetti, esso venne da allora in poi governato da un prefetto nominato direttamente dall'imperatore e che si presentava come un successore dei faraoni.